Per le genti del biellese - ribelli da sempre al servaggio e all'ingiustizia, dalle gloriose tradizioni Risorgimentali, prime nelle grandi lotte sociali - la Resistenza fu spontanea riaffermazione 'attaccamento alla Libertà ed agli insopprimibili diritti dell'uomo. Migliaia di ebrei e di ex militari italiani e alleati furono sottratti alla deportazione della popolazione generosa, fonte e supporto determinante delle formazioni armate. Eroica quotidiana lotta, nonostante feroci rastrellamenti e barbare rappresaglie - sabotaggio della produzione per i nazisti - fabbricazione di armi per le Formazioni partigiane - incursioni di sabotatori anche lontano dalle basi biellesi - massicce azioni di collegamento con le Forze Alleate - atti di autogoverno del CLN in tutta la zona, quali: tassazione straordinaria, stipulazione ed applicazione "Contratto sindacale della Montagna", in uno con il salvamento totale delle fabbriche e l'autoliberazione di Biella, prima tra le Città del Nord, completano il quadro operativo ed illustrano l'efficienza della Resistenza Biellese. 667 Caduti, 313 invalidi e mutilati furono il prezzo della lotta per la libertà conclusasi con la resa incondizionata - in Biella - del 75° Corpo d' Armata tedesco e dipendenti Divisioni fasciste Monterosa e Littorio. Biella, settembre 1943 - aprile 1945.
Biella, settembre 1943 - aprile 1945
(GU 314, 31-3-1980)